Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/201

Da Wikisource.
[481] verso l'esilio 195


Finirò questa lettera quando la consegnerò al comandante nel punto che passeremo su la nave americana; cosicché saprai quando sarò partito da Cadice, e potrai congetturare quando potrò essere a New-York.

Desidero di aver nuove di Placco, di quel povero amico mio, con cui ho diviso tanti dolori. Per oggi addio, o mia Gigia. Sta di buon animo, ed abbi cura della tua salute che è vita mia e de’ nostri figliuoli. Ti abbraccio caramente. Un bacio alla Giulia, e ad Errico. Addio, addio.

LXXII

(Verso l’esilio)

(continuazione).

12 febbraio 1859.

Oggi è il giorno della tua nascita, o Gigia mia, ed io nello svegliarmi ti ho inviato un saluto. Oh, se l’anno venturo potremo festeggiare insieme questo giorno! Tu immaginerai certamente che io oggi penso a te, o mia diletta.

Ti accludo due letterine: quella di De Simone la darai a Peppino che fará capitarla a Bova, l’altra ad Alessandro che la manderá a Gragnano.