Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/261

Da Wikisource.
[541] difesa di luigi settembrini 255


che dicevano e facevano? come egli li ragunava co’ bigliettini, ne eseguiva le deliberazioni, ed aveva finanche il gravissimo incarico di far eseguire sei assassinii? O è falso tutto quello che egli dice di aver fatto fino al 1° marzo, o è falso il diploma che egli ha riconosciuto e che ha la data di marzo. Se ebbe il diploma in marzo, in marzo divenne settario e prestò giuramento, dappoiché non si può essere settario senza dar giuramento, e dato il giuramento si ha il diploma. Ecco quello che si vede col prisma del procurator generale.

«8. Avvenuto l’arresto del signor Agresti non so in qual epoca, l’alto consiglio si riuniva in casa di Settembrini, per essere costui subentrato nelle funzioni di presidente: e ricordo bene che Sessa mi disse che in una delle sedute avute luogo in casa di Settembrini era surta una quistione tra Poerio, Pica ed un altro, che non mi ricordo il nome, col rimanente dei componenti il consiglio; dappoiché i primi tre intendevano di fare la rivoluzione con lo scopo di consolidare la costituzione, gli altri volevano muoverla per proclamar la repubblica o la costituente: per <la> quale discrepanza di opinione l’alto consiglio si era disciolto, e che riunitisi poi altro giorno senza l’intervento dei sudetti Poerio, Pica ed il terzo che non rammento, era stato deciso che costoro non ci dovevano piú appartenere perché di principi opposti ai loro, e perciò non erano piú chiamati. Ciò avvenne per quanto vado rinnovando nell’idea tra la fine di maggio e principi di giugno corrente anno».

Io proverò chiarissimamente nel mio discarico che in mia casa non aveva altre riunioni che di giovani studenti; proverò che in tutte le ore del giorno io ero severamente occupato alle mie lezioni, perché dalle sole mie fatiche onorate io traeva il sostentamento della mia famiglia; che la sera io per costume, per istanchezza, e per amore allo studio ed alla famiglia non usciva mai di casa, e me ne stava coi miei figliuoli. E per provare che questa vita di fatiche e di stenti non mi lasciava briciola di tempo, io chiamerò in testimonianza il padron della casa che io abitava, gli altri inquilini, e quelle persone in casa di cui io andava a dar lezioni. Chi viveva a questo modo è accusato di essere presidente e capo d’una setta, dalla quale scacciava il Poerio, il Pica, ed un altro, e meditava repubblica e costituente; e cosí rifiutava l’opera delle Calabrie dipendenti dal Poerio, degli Abruzzi dipendenti dal Pica, e chi sa di qual altra potenza del mondo dipendente dal terzo