Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/275

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Se mi aveste chiamato io avrei dato le spieghe opportune, ed avrei ben motivata la dimanda, perché avrei detto: che avendo il Pironti, avvocato, ed ex giudice criminale, scritta una memoria sulle eccezioni di nullitá, io o avrei fatto un bene a lui, o avrei detto le stesse cose con diverse parole: onde per non perder tempo, e per non farne perdere alla corte con una lunga scrittura, mi sono associato a lui. Questo motivo mi pare non solo legale, ma naturale, e fatto per buona creanza per evitare seccaggini e lungaggini. Ma se anche avessi spiegato e motivato questo articolo e tutte le eccezioni del mondo, sarebbe stato lo stesso: perché la corte ha rigettate tutte quelle prodotte dal Pironti. Le quali essendo ancora mie debbo qui riferirle.

Eccezioni di nullitá. — Il processo istruito dal commessario Silvestri in castel dell’Ovo è nullo pel luogo, perché il castello non è carcere legale, ma privato ed arbitrario, e non sottoposto alla vigilanza del procurator generale. È nullo per la forma, perché si sono fatti arresti per misure di prevenzione e per incarichi verbali; perché si sono fatti abusi di potere e di sevizie ai detenuti, i quali hanno dimandato di provarli; perché gl’imputati non furono interrogati subito dopo l’arresto come vuole la legge; perché ad essi non furono indicate tutte le loro imputazioni; perché si sono interrogate le mogli contro i mariti, come Maria Giuseppa Cuccaro contro suo marito Giovan Battista Sersale, la quale fu tenuta cinque giorni nelle segrete del forte; i padri contro i figliuoli, come Gaetano Vellucci contro suo figlio Lorenzo 1; le figliuole contro il padre, come Filomena, Clelia ed Almerinda Errichiello fanciulle di 12, 10, ed 8 anni contro il loro genitore Gaetano. È nullo per le persone che vi hanno preso parte, perché attribuendosi agl’imputati il disegno di uccidere il

  1. Fra le carte di Lorenzo Vellucci gli furono trovate alcune lettere scrittegli dal padre, il quale lo rimproverava di aver preso parte nella dimostrazione del 29 gennaio 1849, come gli era stato detto e lo esortava a ritirarsi in paese. Il commessario Silvestri comandava che il vecchio fosse interrogato. Nel vol. 38 sta scritto che fu interrogato: perché non aveva denunziato il figliuolo all’autoritá, che lo avrebbe fatto per forza tornare in paese? Ed ei rispose: «Perché la natura mi vietava di denunziare il sangue mio». Gettare il veleno ed il fuoco nelle famiglie, contaminare gli effetti piú santi, sciogliere tutti i vincoli della societá, offendere Dio e l’umanitá, si chiama zelo, fedeltá, ordine: chi fa queste cose si chiama amico dell’ordine: io che le scrivo per farle abborrire io sono un demagogo, e debbo essere impiccato. Ma la veritá non si può impiccare!