Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/282

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chi per vendicare offese ricevute, chi per far dimenticare le colpe sue, o l’avere parteggiato per i vinti, chi per paura, chi per speranza di guadagno, chi per avere un impiego, chi per mantenere quello che ha, chi per acquistarne uno maggiore, chi per ottener grazia e protezione, e chi infine per depravazione di cuore e per feroce istinto di nuocere. Si sbrigliano tutte le passioni, si accendono tutte le fantasie, si esagera ogni cosa, si crede di far sempre poco, la veritá si nasconde, e nascono le calunnie politiche, le quali crescono, secondo crescono le discordie e le persecuzioni. In questi tempi nessuno è privo delle passioni di parte, non gli accusatori, non i testimonii, non gl’istruttori de’ processi, confesso che io non ne sono privo, e credo di non offendervi, dicendo che voi stessi non ne potete esser privi; giacché neppure i saggi possono spogliarsi interamente de’ vizii, delle virtú, degli errori, delle passioni de’ loro tempi. E se mai questo misero paese fosse commosso da altre politiche agitazioni (che Dio allontani sempre da noi questo male) e se la fortuna volgesse da altra parte, quante calunnie si scaglierebbero contro di voi; di quanti fatti voi sareste accusati, che neppure conoscete; quanti testimonii direbbero che vi hanno udito, vi hanno veduto, vi hanno parlato: e voi non potreste confonderli altrimenti che col negare, dappoiché gli amici vi abbandonerebbero, e coloro che potrebbero attestare il vero, si tacerebbero per paura, e vi pregherebbero di non nominarli. Questa è la condizion nostra presente.

Considerate dunque, o giudici sapientissimi, la tristizia de’ tempi, considerate che in quell’immenso processo stanno vive e bollenti immense passioni, considerate chi sono quelli i quali pretendono di avervi scoperto il vero, di quante infamie sono bruttati i principali denunzianti e testimoni di questa causa. Avete udito che una scimia con parola umana vi confessava di aver denunziati i propri fratelli, avete udito che un sacerdote di Cristo si chiude in carcere per spiare e denunziare. E costoro vi avranno detto il vero, e costoro saranno gli amici del trono e dell’ordine? i sudditi fedeli del re? gli uomini obbedienti alle leggi? Or mettetevi, o giudici, una mano sul cuore, giudicate e dite: «A Luigi Settembrini ed ai suoi compagni sia tagliato il capo come a’ nemici pubblici, ed al Marotta, al Cristiano, al Iervolino, al Vittoria, al Fiorentino, al Carpentieri, ed agli altri consorti sieno rendute grazie, e data una corona civica». Giudici sapienti e giusti, se condannerete me, voi questo direte.