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[565] seconda difesa di luigi settembrini 279


II

Sono io capo settario?

Immensa è questa accusa, perché il procurator generale, sostenendo che la setta sia il centro di tutta la macchina rivoluzionaria, e facendo dipendere da essa la cospirazione, la seduzione delle milizie, e lo scoppio innanzi la reggia, fa comparire i capi della setta come giganti, con in mano la leva desiderata da Archimede, e dá loro tutta la colpa de’ mali che hanno afflitto il nostro paese. Se fosse vero il principio del procurator generale sostenuto nella sua requisitoria, fatta su cinque processi, quasi ingegnosa epopea in cinque canti, io non so perché si sarebbero mandati a’ consigli di guerra molti processi riguardanti seduzioni di soldati, e specialmente quello a carico di Olindo de Pamphilis, ed altri imputati di aver sedotto soldati ed aggregatili a questa medesima setta della unitá italiana: non so perché si sarebbero giudicate dalle corti criminali di Salerno, di Santa Maria e di Avellino altre cause di questa setta medesima. Se era vero il principio dovevano ammettersi tutte le conseguenze che da esso derivavano, dovevano riunirsi tutti questi altri processi al presente: non essendosi ammesse le conseguenze, si mostra che né saldo né vero era il principio. Il quale da altra parte non si dimostra vero da’ processi del 15 maggio, del 5 settembre e del 29 gennaio, ne’ quali non si parla né di questa, né d’altra setta, né in questo processo ci è cosa che possa a quegli avvenimenti riferirsi. Onde il fatto stesso del procurator generale, cioè la riunione di soli cinque processi distrugge in gran parte il suo principio, che tutto sia originato da questa setta. Io non cercherò di trovar la ragione perché si sieno riuniti questi soli cinque processi, e lascerò al vostro senno d’indovinarlo.

Signori, se io dovessi parlarvi di tutto, io vi dimostrerei lucidamente l’idea madre del processo, la quale è una sporca scrocconeria, che dalle fantasie napolitane è stata creduta una cospirazione spaventevole: vi dimostrerei che la setta è una impostura di pochi sciagurati; che la pretesa seduzione de’ soldati non fu neppure un tentativo di seduzione; che lo spargimento de’ proclami, l’affissione de’ cartelli, e quella poca polvere che fu accesa innanzi la reggia, e che ad altri parve un colpo di cannoncino,