Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/52

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46 parte terza - capitolo v [332]


senza forzare nessuno, senza sdegno, senza presunzione; senza apparato, popolarmente: ed avessero ancora il potere di difendere questi sventurati, e di proporre una diminuzione di pena per chi è ravveduto e corretto.

Ma dove io vado errando con la mente? Dov’è il buon volere del governo? dov’è la fede e l’amore? dove troverò questi uomini? E perché io sono qui? Ahi, tutti i nostri mali derivano da una fonte sola. A questo pensiero mi cade di mano la penna, e mi manca il coraggio di seguitare a scrivere queste carte, nelle quali nascostamente e temendo che non mi sieno tolte io ho dipinta una minima parte dei dolori che sono chiusi nell’ergastolo, dove sono da tre mesi, e dove non so per quanto altro tempo dovrò miseramente condurre questa mia travagliatissima vita.