Vai al contenuto

Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/83

Da Wikisource.
[363] amarezze politiche 77

signori1. Ma io ringrazio essi, ed il mio imperial servitore di tanta bontá che dimostrano per me. Io mi crederei umiliato ed offeso se avessi grazia per mezzo di chi ha tolta la libertá al suo paese: io aborrisco tutte le ingiustizie e tutte le tirannidi sieno regie, sieno imperiali, sieno popolari, sieno divine, io sarei splendidamente ingrato. Ma capisco che senso c’è sotto a quelle parole, che forse non sono intorno a me particolarmente: sono intorno al paese in cui si cercano partigiani. T’ho detto che s’ingannano nel giudicarmi, e te lo ripeto: non per grazie, né per onori, né per ricchezze, né per morte, né per l’inferno io muterei opinione: sono italiano purissimo: e niente piú, io non sarò mai partigiano né di Napoleone né di Murat, né del tedesco: dove è il giusto e l’onesto con quella parte son io: e perché il giusto e l’onesto non è in nessuna parte, io non sono con nessuno, sono con me stesso. Sempre piú mi vado confermando in quel mio pensiero di che t’ho scritto piú volte, o Gigia mia, che se uscirò di qui dovrò esulare, perché le cose muteranno sí, ma non in meglio, e ci toccherá a vedere altri ribaldi, altri mali pubblici, altre vergogne; e forse a spargere altre lagrime. Ma io ormai sono stanco di tante lordure, e me ne starò lontano e solitario: e lontano e solitario farò la mia parte di bene predicando con gli scritti la giustizia e l’onestá. Ti ho scritto tutto questo per farti comprendere bene il senso della lettera, e le mie intenzioni, acciocché tu sii preparata ad ogni cosa, ed andiamo d’accordo per il futuro, come siamo stati d’un animo e di un’idea per lo passato. Di questo che t’ho scritto non farne motto ad anima viva, anzi lacera questa lettera.

Hai fatto bene, perché non potevi altrimenti, di dare la traduzione di Luciano a P. F.2, ma bada che io non ho altra copia se non quelle due che ti mandai e una minuta informe. Se si perdesse io non potrei mai rifarla. Sto continuando, ma adagio, anche per far bene. Scrivo le Memorie perché la traduzione continua mi asciutta il cuore e la mente.


  1. Panizzi, Palmerston e Gladstone. [Nota di R. S.]
  2. Peppino (Giuseppe) Fiorelli. [Nota di R. S.]