Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
107 |
cantine, hanno un fondo piano col quale poggiano sul carro, evitando così i pericoli di trabalzamenti e di scosse. Il suo nome deriva evidentemente dal Carro (Car) ed in origine dovea essere un aggettivo passato poi a sostantivo con senso assoluto, e si connetteva precisamente colla contenenza che doveano avere queste botti, cioè di sei Brente od 1 Carro di vino. Il Regolamento di Clusone non definisce veramente il valore del Carro di vino, perchè questo era già stabilito da una secolare consuetudine, ma siccome, a quello che si vede, allora, come ora, si chiamava Carér ogni botte che avesse la speciale forma precitata, così credette bene stabilire, che per Carraro intendeva unicamente quel vaso che, coerentemrnte al suo nome, contenesse un Carro o tre Cavalli di vino, equivalenti a 6 Brente. Dai Milanesi queste botti chiamansi Bonze (Istruzione sui Pesi e Mis. della Rep. Cisal. (Oriani), p. 69 seg.). Se poi, quando i nostri Statuti parlano del Carro, si debba intendere unicamente una misura di conto, o se esiste anche un recipiente di quella capacità, come lo troviamo ne’ secoli posteriori, è cosa che non possiamo affermare con qualche sicurezza. Siccome però qui appiedi delle Alpi la costruzione de’ vasi di legno per contenervi il vino risale all’epoca romana (Plin. Nat. Hist. 14, 27: Circa Alpes ligneis vasis (vinum) condunt, circulisque cingunt), e siccome sappiamo che verso la metà del nono secolo i vasi vinarii qui da noi aveano forma identica agli attuali (Andr. Presb. Chron. in Lupi Cod. Dipl. 1, 790: et vinum intra vascula glaciavit, ut etiam per foramen spinarum nihil exiret.), così non è a credersi, che solo in questi ultimi secoli si fosse pensato dare a questi vasi una forma sì adatta pel trasporto del vino su carri. Poteva il Carro restare una misura di conto risultante dalla effettiva di 6 Brente, ma nulla esclude che anche in pari tempo esistesse un vaso di quella contenenza.
150. V. sopra Note 145, 146 dalle quali pare non possa rimaner dubbio che la misura del Cavallo o Caballata non potesse esser in uso anche a quest’epoca. Sebbene non ne abbiamo documenti, non è tuttavia improbabile che il cavallo di vino possa esser stato chiamato anche Soma. Il peso ad esso attribuito, che viene ad essere di 16 Pesi, ed il nome stesso di questa misura (v. sopra Nota 50) ce ne offre qualche indizio. Accresce probabilità a questa supposizione il fatto, che ancora