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Sonetti del 1831 241

SICONNO,1 CRESIMA.

     Jeri, a Strada Connotta,2 in quer palazzo
Che cce sta Mmonziggnor Viscereggente3
Aggnéde a famme4 cresimà er regazzo,
Che mmé lo tenne a ccresima Cremente.

     C’era assieme co’ nnoi tant’antra ggente,
Tutti o cco’ la pupazza o ccór pupazzo:5
Però er zor Monziggnore indeggnamente6
De scera7 sola n’ariccòrze8 un mazzo.

     Capisco er zignatèa,9 er zignacruccia10
L’ojjosanto, la mancia, la bbammasce,11
Le cannele, er compare e la fittuccia;12

     Ma, ssi13 avessi da dì, ddoppo der baffo
In ner nome-de-padre,14 nun me piasce
Quella malacreanza de lo schiaffo.

5 dicembre 1831.

  1. [Secondo dei sette sacramenti.]
  2. Via Condotti.
  3. Vicegerente. [È il vicario del Vicario del Papa, come Vescovo di Roma. E i Romaneschi lo chiamano Vicereggente, perchè non intendendo l’idea di gerere, ci associano quella di reggere.]
  4. Andai a farmi.
  5. [Bamboccio.]
  6. [“Espressione ironica di tal quale umiltà, di cui si fa molto uso.„ Così, altrove, lo stesso Belli.
  7. Di cera.
  8. Ne raccolse.
  9. Signo te.
  10. Signo crucis.
  11. Bambagia.
  12. [La fettuccia, il nastro.]
  13. Se.
  14. In fronte.