Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/171

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   146 libro terzo

stuma la figliuola Costanza (1154): poichè il re era già morto nella fine del precedente anno.

Successe a Ruggiero il quartogenito Guglielmo, unico avanzo della prole avuta da Albiria. Questo Guglielmo, essendo ancor vivo il padre, aveva tolto a donna Margherita, figliuola di Garzia V re di Navarra. Sotto questo re i soprastanti ed ambiziosi che il vigoroso governo di Ruggiero aveva tenuti a freno, levarono il capo, e suscitarono congiure e tumulti in Sicilia, in Puglia, in Calabria. Guglielmo, comunque malvagio, non era re che di titolo; e la somma della cosa pubblica stava nell’ammiraglio Majone, a cui di re non mancava che solo il nome. Costui tra gli ambiziosi ed i pessimi aveva il primo grado, e struggendosi a morte del desiderio di farsi sovrano, macchinava perfidamente la perdizione e la morte del suo re. Il che venuto alle orecchie dei Calabresi, commossi già dalle turbolenze divampate in Puglia, eransi anch’essi sollevati contro l’autorità di Majone; protestando ad un tempo la loro fede inalterabile per la famiglia normanna. Questa novità indusse molto terrore nell’animo di Majone, e giudicò esser di gran momento spedirvi persona che trovasse buon modo di ammorzar ne’ Calabresi le deste scintille, ed il malumore (1159). Fu costui Matteo Bonello, che a nobilissima stirpe accoppiava tutte quelle virtuose condizioni che cattivano all’uomo l’estimazioue e l’osservanza di tutti. Nè era poco che fosse imparentato con molte delle più nobili e potenti famiglie di Calabria.

VI. Il Bonello adunque, avuto il mandato da Majone, partì di Palermo, e venne in Calabria; dove ad alcuni suoi amici aperse la cagione della sua venuta. Egli volle da prima con ogni suo studio sgravar Majone delle imputazioni dategli; ma Ruggiero di Martorano, che a que’ dì teneva in Calabria gran vita e gran seguito, interrompendolo bruscamente in nome di quanti vi erano presenti a sentirlo, osservò: esser egli in estrema meraviglia come Matteo Bonello nobilissimo ed integro uomo, potesse lasciarsi indurre, per non dir peggio, a tanta cecità da prestarsi alle voglie ed a’ comandi di uno scelleratissimo traditore, sino a forzarsi di voler dimostrarlo innocente contro l’eloquenza de’ fatti. Con che dava ad intendere il Bonello, anche lui essere a parte della trama ordita da Majone contro il monarca. E tanto fu eloquente e persuasivo il Martorano che il Bonello di aderente di Majone si mutò in avversario, abbracciandosi a que’ Calabresi, alla cui benevolenza era venuto a raccomandar l’ammiraglio. Fu da loro tenuta al bisogno una conferenza, nella quale si deliberò la morte di Majone. Ed a sperimento della leale