Vai al contenuto

Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/248

Da Wikisource.

capo terzo 223   

vigente in civitate nostra Regii, et toto fere districtu, peste. Ma da queste parole in fuori, niun altro documento abbiam potuto rinvenire che ci dia i ragguagli di tal pestilenza, e della sua durata.

Da quanto è stato da noi narrato ne’ precedenti capi si fa manifesto in che maniera que’ Sovrani cercassero di largheggiar di benefizii e di privilegi verso la città di Reggio, per consolarla alcun poco delle interminate desolazioni che le inferivano nel contrastarsene il dominio.

CAPO TERZO

(Dall’anno 1432 al 1446.)

I. Cose di Napoli. Morte di Lodovico III. Giovanna conferma ai Reggini i loro privilegi. Morte di lei. II. Alfonso d’Aragona tenta la conquista del Regno. Nuova lotta tra Aragonesi ed Angioini. Pietro Vitale detto il Calabrico. Ranieri d’Angiò entra nel Regno. Napoli cade in potestà di Alfonso. Riunione de’ due regni di Napoli e di Sicilia. Parlamento di Napoli. III. Reggio cede a Ranieri d’Angiò. È espugnata da Alfonso Cardooa, a cui re Alfonso coocede titolo e dominio di Conte di Reggio. Così questa città vien sottratta al regio demanio. Sua condizione sotto la potestà del Conte. IV. La Calabria da Bagnara a Spartivento è ridotta ad Alfonso da Nicola Melissari. Fatti del Melissari. Alfonso riconoscente gliene rende merito col feudo de Proditoribus. V. Ribellione di Antonio Centeglia. Alfonso viene in Calabria. Il Centeglia gli si sottomette. Condizione di Reggio. VI. I Sindaci Giovanni Fuffuda e Lancilotto Mayraoa. Privilegi della città.


I. Ma la dimora in Calabria di Lodovico d’Angiò si era mutata a poco a poco in esilio. Poichè quando egli ebbe voglia di tornare in Napoli (l433), Giovanna non gliel permise in niun modo. Ella non voleva aversi vicino il suo figliuolo adottivo, a fine di poter con più agio metter la sua persona e lo Stato nella balìa di Sergianni Caracciolo. Lodovico quindi dovette cedere senza più a’ prepotenti raggiri della Corte, e propostosi di non più allontanarsi dalla Calabria, si ammogliò colla principessa Margherita di Savoja, che venne quivi a raggiungerlo. Poi per mostrarsi arrendevole alle ingiunzioni della regina, Lodovico mosse guerra a Giannantonio Orsini, ed unito a Giacomo Caldora, assediò quel potente feudatario nella città di Taranto. Fu così investito l’Orsini che versava in presentaneo pericolo di perdere i suoi stati; ma Lodovico preso da una febbre violenta nel novembre del 1434 fu condotto alla morte in pochi giorni. Questo principe era d’indole mitissima e benefica; ed i Calabresi fra i quali visse assai tempo, lo amavan di cuore. Onde rimase in