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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/250

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capo terzo 225   

Grottaferrata, poi Archimandrita del Salvatore di Messina. Disputò caldamente e dottamente nel Concilio fiorentino sotto papa Eugenio IV, con Gregorio Ieromonaco della Chiesa alessandrina, sulla collazione del battesimo, giusta il rito latino.

Nel 1440 Alfonso divenne padrone di Napoli, e Ranieri, la cui fortuna l’andava lasciando via via, fu costretto ad uscir del regno prima che terminasse il quarto anno della sua venuta. Papa Eugenio IV però per consolargli la fuga, diedegli l’investitura degli Stati perduti e con solenne cerimonia il coronò re di Napoli. Nel tempo medesimo Alfonso riuniva in un solo i due reami di Napoli e di Sicilia, e faceva chiamarsi Alfonso I Re della Sicilia di qua e di là dal Faro. Eugenio IV, dopo pochi mesi, credendo di apporsi al bene di questo Regno, si accostava ad Alfonso, ed il riconosceva re di Napoli, obbligandosi di mantenergli la corona e di guarentirne l’eredità al suo figliuolo naturale Ferdinando, natogli dalla bellissima e sventurata Margherita de Hijar.

Dopo la partenza di Ranieri, fu prima cura di Alfonso di convocare il Parlamento napolitano, e di far che il suo figliuolo Ferdinando, già da lui legittimato, fosse riconosciuto abile alla successione del Regno. Questo parlamento, che non si riuniva periodicamente, ma quando i Sovrani di Napoli ne vedevano l’opportunità ed il comodo loro, si componeva di due consigli. Era l’uno il Consiglio de’ Nobili e de’ Baroni, a’ quali si aggiungevano alcuni Prelati nella lor qualità di feudatarii, com’erano fra gli altri l’Abate di Montecasino e l’Arcivescovo di Reggio. L’altro era il Consiglio dei deputati delle Università del Regno, fra i quali si comprendevano i Sindaci delle più cospicue città. Ferdinando in effetto fu riconosciuto successore alla corona, ed ebbe l’investitura del Ducalo di Calabria. Egli sposò nel 1444 Isabella di Chiaromonte, figliuola di Tristano di Chiaromonte conte di Copertino, e nipote di Giannantonio Orsini principe di Taranto.

III. La maggior parte delle città di Calabria avevano seguito costantemente Ranieri, e fra queste era Reggio. Alfonso, impigliato in maggiori travagli nel cuore del reame, e nella guerra contro lo Sforza, aveva commesso ad Alfonso Cardona la cura di toglier la Calabria al dominio angioino; promettendo al medesimo che quando gli fosse succeduta l’espugnazione di Reggio, egli non solo gli avrebbe conferito il titolo di Conte di questa città, ma anche il dominio insieme a quello di tutte le altre terre che avrebbe sottratte colla sua industria alla potestà di Ranieri. Il Cardona, animato da tal regia promessa, con sì stretto e prolungato assedio investì Reggio,

     Spanò Bolani — I. 15