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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/287

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   262 libro sesto

rogare a’ privilegi della città, potesse essere ipso facto destituito dai Sindaci dalla sua carica, e tale considerato da tutti i cittadini. Ma a questo il re non aderì; solo provvide che gli Uffiziali che contravvenissero a tali privilegi, dovessero cadere irremisibilmente nell’ammenda di ducati cinquecento, de’ quali metà andasse a benefizio della città, e potesse riscuotersi da essa. In questo diploma Ferdinando chiamò Reggio Capo e Madre prediletta delle città della Provincia di Calabria.

Nel gennajo del 1516 moriva il re di Spagna; ed il principe Carlo Arciduca d’Austria ch’era in Brusselle, come seppe la morte del re scrisse alla città di Napoli, esortandola di conoscer lui per sovrano, e di continuare ad ubbidire al vicerè Raimondo di Cardona, ancorchè vivesse tuttavia sua madre, alla quale spettava la successione del Regno.

Ma Carlo giunto nella Spagna associò al governo anche la madre. Al principio del 1519 moriva Massimiliano imperator di Germania, ed era eletto a tale Impero il nuovo re di Spagna, che si chiamò Carlo V. Così il diadema imperiale germanico, e le corone della monarchia Spagnuola si posavano sullo stesso capo, e Carlo V diveniva potentissimo sopra ogni altro sovrano d’Europa.

Una nuova armata turca intanto, forte di trentasei legni, era entrata nello Stretto, ed andava minacciando le marine di Sicilia e di Calabria; poi piegatasi improvvisa sopra Reggio in giugno del 1519, vi fece sbarcar la sua gente, senza che osassero farle contrasto i cittadini. I quali, fuggiti anzi fuor delle mura della città, si nicchiarono nelle prossime colline orientali, ch’erano allora foltissime di giunchi e di ginestre. Questa gente si dirizzò per la porta della Dogana, ed incendiatala ed abbattutala, si mise dentro la città, commettendovi ogni possibil rovina. Ma quando però i Turchi vollero avvicinarsi al castello, furono validamente respinti dal presidio spagnuolo che vi si era chiuso. Stettero tre dì nella città que’ barbari, e poi rimbarcatisi veleggiarono altrove.

Presentatisi a Carlo V i Sindaci di Reggio Mariano Suppa e Mario Mileto (1521), ottennero non solo la conferma di tutti i privilegi, capitoli e grazie della città, ma ancora

1.° Che il Castellano non avesse ad impacciarsi di altro che del governo del castello, ed il suo uffizio non fosse mai riunito a quello di Capitanio, o così per contrario.

2.° Che gli Eletti del Consiglio Municipale fossero ventuno in vece di trenta, cioè sette nobili, sette onorati, e sette popolani, perchè potessero più facilmente raccogliersi a consiglio.