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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/288

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capo secondo 263   


3.° Che nel tempo delle due fiere franche fosse al tutto libera l’entrata e l’uscita de’ mercatanti esteri e loro merci, e di qualunque altra persona che venisse a vendere o comprare; nè si recasse loro alcuna molestia da’ regii Uffiziali.

4.° Che la città potesse eleggere ogni anno un Capitan d’armi, per la custodia ed ordine interno, o tra i suoi cittadini, o tra i vicini baroni, e che fosse persona idonea ed integra, ed esercitasse tale uffizio senza salario di sorte alcuna. Con questo però che tale elezione dovesse ottener la conferma del Vicerè.

IV. Vedemmo testè che la cittadinanza di Reggio si partiva in tre ordini, nobili, onorati (o civili) e popolani. Al nobile dalla metà del cinquecento sino a’ principii del seicento si dava il titolo di magnifico, all’onorato di nobile, al maestro di onorato. Quel regio uffiziale, che sotto la precedente dinastia aragonese aveva il comando militare e civile della città e suo distretto, e si chiamava Capitanio, sotto il dominio Spagnuolo fu detto Governatore, o Capitano a guerra; e quello che teneva il comando della provincia, e nomavasi Luogotenente, fu detto Preside dagli Spagnuoli. In mancanza o assenza del Governatore ne teneva le veci il Sindaco nobile. I tre Sindaci amministravano ordinariamente una settimana per ciascheduno, e se incontrava che mancassero tutti e tre, allora l’amministrazione municipale restava affidata al più anziano degli Eletti nobili del Consiglio generale (o Parlamento o Reggimento che dir si voglia). I Sindaci davano possesso al Governatore, e costui a’ Sindaci, prima nella chiesa di San Gregorio, poi nella Cappella di Santa Maria del Popolo, quando questa fu eretta nella cattedrale dal Cantore Antonio Tegani. Il pubblico Parlamento, o Consiglio sopradetto si convocava ad sonum campanae nella casa della città dirimpetto al Duomo, che dicevasi il Toccogrande; ed in una casa presso la chiesa della Cattolica, che si diceva il Toccopiccolo, raccoglievansi a consiglio i Patrizii, quando si trattasse o di affari del loro ordine, o di proposte da farsi nel pubblico Reggimento, del quale le deliberazioni si chiamavano conclusioni reggimentarie.

Reggio nel decimosesto secolo avea sette porte: porta del Trabucco, del Torrione, e Crisafi ad oriente; porta di San Filippo a mezzodì; porta Amalfitana, e della Dogana a ponente sulla marina; e porta Mesa a tramontana. La fiera franca di San Marco celebravasi fuori porta Mesa vicino alla chiesa di San Marco; la fiera franca di agosto aveva luogo alla marina fuori la porla della Dogana. La festa principale della città si celebrava in agosto nel giorno dell’Assunzione, nella Chiesa metropolitana, e propriamente nella Cappella