Vai al contenuto

Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/289

Da Wikisource.
   264 libro sesto

di Santa Maria del Popolo, che la città aveva decorata all’intorno di statue dipinte e dorate: fra le quali era notevole quella di San Giorgio con allato le insegne della città.

Erano undici le Parrocchie di Reggio nel cinquecento; vale a dire San Silvestro de Malgeri, San Nicola de’ Bianchi, Santa Maria di Candelora, Santa Maria di Ganzerina, San Giorgio de Gulferio, San Nicola delle Colonne, San Sebastiano, Santa Maria delle Penne, San Nicola de Calomeno, Santa Maria degli Angioli, e Santa Maria de Pediglioso. Le quali poi nel 1596 furono a sei ridotte dall’Arcivescovo Annibale d’Afflilto, e queste furono San Nicola de’ Bianchi, il Santo Sacramento, San Giorgio de Gulferio, Santa Maria di Candelora, Santa Maria di Ganzerina, e San Nicola delle Colonne.

Eravi oltre a ciò la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Cattolica de’ Greci, la quale dipendeva dal suo Protopapa. Le nobili confraternite di Reggio nel cinquecento eran quelle di Santa Maria di Melisa, di Santa Maria della Porta, del Sacratissimo Corpo di G. Cristo, e dell’Annunziata. Quelle degli onorati erano Sant’Angelo maggiore, Sant’Angelo minore, San Nicola del pozzo. Erano confraternite della maestranza San Giuseppe, San Girolamo, e Sant’Antonio da Padova. Aveva Reggio sei monasteri di donne, San Matteo, Sant’Anastasia, i Santi Quaranta Martiri, San Basilio, Sant’Andrea Mallamaci, Santa Maria di Ganzerina, e la SS. Trinità. Questi eran tutti della regola basiliana, ma caduti quasi in ruina, non erano abitati che da uno scarsissimo numero di claustrali. I terremoti, la vetustà, e le incursioni turchesche li avevano ridotti a stato assai scadente, e misero.

V. Questo secolo decimosesto fu pieno di gravissimi avvenimenti per la lotta fierissima tra Carlo V e Francesco re di Francia (1528). Tutta l’Europa andò allora in conquasso, ed in fiamme. Tra gli altri suoi disegni il re di Francia voleva ad ogni costo conquistare il Reame di Napoli; ed il suo generale Lotrecco vi scese con potenti forze, e mise a Napoli l’assedio. Mentre questa città era tempestata delie armi Francesi, Simone Tebaldi procedeva in Calabria con due mila fanti tra Corsi e paesani, e vinti gli ostacoli frappostigli dal principe di Bisignano, acquistava Cosenza, e molte altre città e terre, e faceva prigionieri parecchi baroni, fra i quali il principe di Stigliano, ed il marchese di Laino.

Ma la fortuna si palesò poi più amica a Carlo che a Francesco. Avendo l’Imperatore acchetate e composte come potè meglio le cose della Germania, agitata dalla riforma luterana, e quelle dell’Italia colla rovina della Repubblica di Firenze, si pose nell’animo di fiac-