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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/295

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   270 libro sesto

partirsi dall’attitudine de’ suoi alleati. Sulle prime fu attaccata Nizza, sola città che fosse rimasta al Duca di Savoja alleato di Carlo V. Dopo un assedio di dodici giorni settemila Francesi ed altrettanti Turchi occupavano quella città. Nondimeno il castello faceva petto, ma l’insistenza che vi avea messo Barbarossa a far che dopo la resa l’occupassero i suoi Turchi, fu causa che i Francesi cominciassero a mettersi in mala voglia, e cercassero un pretesto per ritirarsi. La flotta francese fu richiamata subito a Marsiglia, e fu suggerito a Barbarossa che raccogliesse la sua ad Antibo o a Tolone. Ma egli che non si era svestito del suo primitivo mestiere di corsaro, come non si vide più contenuto dalla compagnia de’ Francesi, non ebbe a cura di recarsi a Tolone; ma scorrazzando il litorale italiano, (1544) gittò prima lo spavento nelle popolazioni toscane; poi trapassando nel Regno di Napoli, prese e devastò l’isola di Lipari; effettuò uno sbarco in Tropea (ove Diego Gaetano andò a veder la figliuola Flavia); e finalmente entrando nello stretto toccò Capo Peloro, e piegatosi per Calabria alla marina della Catona, pose a ruba e ad incendio la terra di Fiumara di Muro, molti paesani trucidando, moltissimi trascinandone prigionieri.

E tanti prigionieri cristiani dalle varie parti d’Italia conduceva, e tanto miseramente li avea stipati ed ammonticchiati sulle sue navi, che i più morivano del gran disagio, ed ancor semivivi venivano trabalzati in mare da que’ barbari. Ma questa guerra spietata cominciava a non esser più ne’ costumi dell’Europa cristiana; e Barbarossa che avrebbe voluto non suoi sorvegliatori e moderatori i Francesi, ma bensì compagni d’arsioni e di sterminii, non pose tempo a scompagnarsi totalmente da loro, e ricondurre la sua flotta a Costantinopoli. Poi a’ diciotto settembre del 1544 l’Imperator Carlo V venne a trattato di pace presso Laon con Francesco I.

II. Il lagrimevole caso di Reggio altamente increbbe al vicerè Toledo, il quale, considerando che il Turco non si sarebbe tirato indietro da ulteriori infestazioni, deliberò di provvedere sollecitamente a fortificar tutte le terre del litorale del Regno, facendo che fossero visitate a tal uopo da buoni architetti ed uomini di guerra. Approvò allora che fosse in Reggio eretto un nuovo castello alla marina, nel lato meridionale della città, che fu detto perciò, e dicesi tuttavia Castel nuovo. Aveva allora Reggio due forti, l’uno posto alle alture, l’altro in Santa Caterina di Mesumeci al lido del mare; ma tali entrambi che mal valevano ad impedire lo sbarco dei Turchi, che soleva sempre aver luogo presso alla foce del fiumicello Calopinaci di là dalla porta della Dogana, e da quella di San Filip-