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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/310

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capo quarto 285   

rio XIII che i sei vecchi monasteri di San Matteo, di Sant’ Anastasia, de’ Santi Quaranta Martiri, di Sant’Andrea di Mallamaci, di Santa Maria di Ganzerina, e della Santissima Trinità, tutti dell’ordine di San Basilio, fossero ridotti in un solo sotto la regola di San Benedetto. E come era ancor fresca la memoria della celebrata vittoria riportata in Lepanto da Giovanni d’Austria contro i Turchi, si volle intitolare il nuovo Monastero a Santa Maria della Vittoria. Ne furono gittate le fondamenta nel 1586 coll’intervenzione dell’Arcivescovo, del Clero, e de’ Sindaci. Intanto le monache de’ sei monasteri furon raccolte in quello di San Matteo, ch’era il meno crollante, perchè ivi dimorassero sino al compimento del novello edifizio. Fu fatto intendere alle stesse che dovesser tutte acconciarsi all’ordine di San Benedetto; e che a quelle che non volessero cambiarlo rimanesse la scelta di poter ritirarsi alle lor case, e continuare a vestir l’abito di San Basilio, all’usanza delle terziarie. Solo sei non vollero abbracciar la regola di San Benedetto, e se n’andarono alle lor famiglie , e queste furono Porzia Monsolino, Ferrandina Carbone, Lucrezia Carbone, Caterina Castelli, Sicilia Melissari, e Rosella di Jacopo.

VI. Divenuta Reggio sede del Preside della Provincia e della regia Udienza, aveva goduto per parecchi anni il benefizio del nuovo suo stato. Ma le vicende guerresche dell’Europa dovevano un’altra volta spingere contro la nostra città la feroce rabbia musulmana, per farla riaffogare nelle più lagrimevoli sciagure. Era imperatore ottomano Amurat III; il quale per diverger le potenti forze de’ Cristiani che si erano alleati a’ suoi danni quand’egli si gittò a guerreggiar l’Ungheria, impose al suo ammiraglio Hassan o Sinan Cicala, rinnegato messinese, che movesse da Costantinopoli con poderoso navilio e con truppe da sbarco, e discorrendo i mari d’Italia menasse distruzione di tutte le terre e città marittime a cui si abbatteva. Hassan a’ due settembre del 1594 apparve nello stretto di Sicilia con un’ armata di novantasei navi.

Tutti gli abitanti delle marine per ordine del Preside si ritirarono ne’ luoghi interni, ove potessero meglio difendersi. Ed i Reggini, per non esservi nella città presidio bastevole alla difesa, si trassero fuor delle mura alle colline superiori del Trabucco. Tutte le religiose, ch’eran raccolte nel monastero di San Matteo, fuggirono allora in Messina, e furon ricoverate in uno de’ chiostri di quella città. La turchesca squadra, che già navigava di qua da Leucopetra, approssimandosi dava fondo nel seno di Motta San Giovanni; sicchè i cittadini ebbero spazio non solo di metter in salvo le per-

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