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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/316

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capo quarto 291   

grembo, e datogli gustar la santa ed ineffabil voluttà de’ materni baci. Questo dicea la nobil donna con sì fatta espressione di affettuusa malinconia, che a quanti eran presenti e turchi e cristiani corsero copiose agli occhi le lagrime. Cicala mostrossi profondamente commosso a’ rimproveri della madre, e le promise che non metterebbe che poco altro tempo a farla contenta, e gliene obbligò la sua parola. La madre allora, lasciatasi facilmente ammorbidire dalle promesse del figliuolo, sciolse il freno alla tenerezza, e lui stringendo al seno affettuosissimamente lo inondò di baci, e di lagrime di gioja, e desinò seco sul lido ad un lauto desco ivi preparato per lei. Poi rinnovati gli abbracciamenti ed i baci, si separarono profondamente commossi; covando l’uno nell’animo il proposito di non attener la promessa, l’altra tenendo per fermo che ivi a breve tempo vedrebbe il figliuol suo tornato alla verità del Vangelo, ed alle sue braccia. Lucrezia si ricondusse a Reggio, ed indi a Messina; Cicala risalì sulle navi, e non molestando oltre le nostre terre prese il largo, e veleggiò per Levante.

CAPO QUINTO

(Dall’anno 1599 al 1602)

I. Terremoti. Il Vicerè conte dì Lemos. Condizione del Regno. II. Congiura di Tommaso Campanella. È svelata da due de’ complici. Supplizii e persecuzioni. III. Giudizii del Giannone e del Bolla intorno al Campanella. Storte imputazioni date a questo frate. IV. Hassan Cicala torna alle nostre rive. Suoi tentativi e maneggi per occupar Reggio. Un nano di Sardegna. V. Avventura del nano di Sardegna. La trama è scoperta. Il Cicala sbarca sul territorio di Motta San Giovanni, e s’avvia contro Reggio. I Reggini uscendo della città si affrontano co’ Turchi nella fiumana di Santagata. Combattimenti. Coraggio di Vincenzo Gerìa. VI. I fratelli Marcantonio e Filippo Tricino. I Turchi s’inoltrano sino alla chiesa dell’Itria. I Reggini si apparecchiano alla difesa; ma i Turchi si traggono alla riva, e s’imbarcano.


I. L’anno 1599 fu memorabile per i frequenti terremoti, che con insolita veemenza atterrirono gli abitanti di Sicilia e di Calabria. Cominciò la terra a scuotersi agli otto di giugno verso le ore diciannove, e per più dì continuarono i terremoti radi, ma gagliardi nel giorno, frequenti, ma leggieri nella notte. Poi replicaronsi con più efficacia nel luglio, e con gravissima intensità nell’agosto. In Reggio, in Messina, ed in altre vicine contrade i pubblici e privati edifizii si risentirono di molto, e varie fabbriche restarono sgominate e crollanti. Tutti i Reggini lasciaron la città, e si raccolsero per