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Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. II, Fibreno, 1857.djvu/120

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   110 libro ottavo

profonde viscere della terra nascosta! Successero nell’infelice Messina cose tali, che Scilla e Carridi non ne starebbono al paragone. Il terremoto che Messina guastò, percosse anche il Valdemone, ma con minor furore; per modo che, da Rometta in fuori, che fu molto danneggiata e quasi distrutta, le altre parti della Sicilia o non furono tocche, o leggermente patirono.

«Terminati i crudeli e fieri disastri, rimase lungo tempo ne’ popoli stupore, terrore ed orrore. Chi per gl’infelici luoghi viaggiava, vedeva uomini che a manifesti segni dimostravano essere stati tocchi da uno straordinario furore di elementi, e da un immenso infortunio. Oltre a ciò ad ogni tratto si temeva che la potente e rabbiosa natura delle Due Sicilie di nuovo si mettesse in travaglio, e quanto aveva lasciato intero, o non interamente distrutto, rompesse e disciogliesse. Una densa e fetente nebbia ingombrò per parecchi mesi non solamente il teatro di tante tragedie, ma ancora tutta l’Italia con parte della Francia e della Germania.»

V. Da’ guasti arrecati a Reggio da tremuoti si sarebbe pure potuto trarre qualche pro, se il governo o locale o supremo avesse voluto attendervi. Era quella di certo una congiuntura opportuna a tentare scavamenti che avrebbero potuto disotterrarci i desiderabili avanzi dell’antica Reggio, la quale sotterra tutta giace. Ma la città tornò ad esser rifatta sopra le sue vecchie e nuove ruine; nè ad altro si pensò che ad ammodernare la forma topografica, ornandola di ampie piazze e di strade agiate e rettilinee. Autore della nuova pianta fu l’ingegnere direttore Giambattista Mori; ad attuar la quale bisognò atterrare molte case che il tremuoto aveva rispettate.

Una commissione edilizia, appellata Giunta di riedificazione fu costituita con assenso sovrano, ed ebbe larghissimi poteri; posciachè oltre di aver cura in generale dell’esecuzione del disegno del Mori, giudicava sommariamente e senza appello tutte le materie di proprietà e distribuzione di suoli, di muri divisorii, e di altre simili attenenze. Dalla sua indole adunque nobilissima ed insieme delicatissima, non costretta da lunga e dispendiosa procedura, non soggetta a revisione alcuna di tribunale superiore, nacque occasione di molte deliberazioni, o giuste e lodate, o mezzane e tollerabili, o arbitrarie e pessime; secondo che dava la buona o rea scelta delle persone, che ne’ varii tempi erano chiamate a seder giudici in questa magistratura speciale. Onde provenne, nè so con quanto buon giudizio ed effetto, che si sia andato sempre variando l’originale disegno del Mori; nè so se in modo più lodevole o in peggio. Questo so bene che il farnetico di costringere ed adeguare ad uno stesso decli-