Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/288

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TRATTATO DELLA VANAGLORIA


qui si comincia il trattato della vanagloria.


Detto del vizio della superbia, della quale dice san Gregorio ch’è madre e velenosa radice donde tutti gli altri vizi procedono e nascono, séguita ora a dire della vanagloria; della quale è detto di sopra da1 san Gregorio, ch’è la prima figliuola che della superbia nasce, colla quale ha tanta somiglianza, che spesse volte, non sappiendo discernere l’una dall’altra, si coglie in iscambio e prendesi l’una per l’altra. E non è da maravigliare di tanta similitudine; con ciò sia cosa ch’ella sia la primogenita figliuola, nella quale la madre pose tutta la forza del suo veleno, e la materiale disposizione all’essere suo naturale; e ’l padre con tutto il suo sforzo imprentò in lei la formale figura della sua malizia. Onde i maestri e dottori, parlando e scrivendo della madre e della figliuola, spesso iscambiando l’una nell’altra, ora della madre per la figliuola, ora della figliuola per la madre ragionano, avvegna che sia tra loro formale differenza e reale distinzione. E però, come della superbia, così della vanagloria faremo speziale trattato: della quale diremo due cose.


CAPITOLO PRIMO.


Dove si dimostra che cosa è vanagloria.


La prima cosa che dobbiam dire della vanagloria, si è che cosa è vanagloria. Dove è da sapere, che questo nome vanagloria inchiude due cose: l’una si è gloria, l’altra è vana. A volere sapere che cosa è vanagloria, si conviene sapere che

  1. Ediz. 95 e 85: per.