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272 | trattato della vanagloria. |
Zaccaria profeta: Portabit gloriam, et sedebit equus glorioe in bello. Della gloria dell’essere destro, accorto e presto1 e simili cose, si legge nel libro de’ Maccabei, dove si scrive: Iuvenes induebant gloriam. Di quella della grazia e del favore del popolo e della fama, in quel medesimo libro si dice: Dilatavit gloriam populo suo. E della gloria e dell’onore, e dello stato e delle degnitadi, nel detto libro si legge: Cum summa gloria exaltabitur. Della gloria de’ preziosi vestimenti, si potrebbe intendere quello che dice santo Iob: Esto gloriosus, et speciosis induere vestibus: e Cristo nel Vangelo: Salomon in omni gloria sua non coopertus est sicut unus ex istis. E quel savio Boezio, nel libro della Consolazione della filosofia, mostra come di molte delle predette cose gli uomini cercano d’avere gloria e nome; onde, avendo detto delle ricchezze e della potenzia e degli onori e delle delizie, nelle quali molti pongono la loro beatitudine e la loro felicità, aggiugne: Aut quibus optimum quoddam claritas videtur, hi belli vel pacis artibus gloriosum nomen propagare festinant: Sono certi che riputando la chiarità della gloria ottima cosa, con arte di guerra e con arte di pace si sforzano di farsi glorioso nome. E poi dice: Velut nobilitas favorque popularis, quoe videntur quandam claritatem et gloriam comparare: La nobilità e ’l favore del popolo, per le quali cose pare che s’acquisti clarità e gloria. E così dice di molte altre cose che s’appartengono al corpo e alla fortuna; come sono la santà, la fortezza, la bellezza, la moglie, i figliuoli, gli amici e altre cose assai.
Poiché è veduto quali sono quelle cose di che altri si vanagloria, séguita di dire come di queste cose altri non si dee gloriare vanamente.