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febbre gli rivelava una nuova pagina del suo cuore innamorato e gentile, vicino a spegnersi.

Riccardo passò tutta la sera al capezzale della sua povera malata.

Era una sera fredda; pioviscolava. Egli ascoltava la respirazione anelante di Maria, e le gocciole di pioggia che cadevano scrosciando dalla grondaia sulle lastre liscie del marciapiede. La fiamma della lampada sulla tavola in mezzo alla stanza, s’allungava di tratto in tratto, poi si ristringeva come vicina a spegnersi. I mobili proiettavano sulle pareti ceite ombre confuse e tremolanti. Quando la inalata sembrava tranquilla, Riccardo abbandonato alle sue meditazioni, tornava involontariamente col pensiero al teatro e a quell’altra donna. Era una visione vertiginosa, somigliantissima alla pazzia. Ma pure che dolcezza, che fascino in quella visione! Intanto sua moglie gemeva nel sonno, e lui si sentiva correre un brivido per tutto il corpo.

Ogni due ore doveva svegliarla per farle prendere una pozione come aveva ordinato il medico. Lei allora lo guardava dolcemente, e lo ringraziava delle sue cure, e gli sorrideva.

Ma verso mezzanotte sentí una carrozza che entrava sotto al portone. Non ci resse. Maria pareva