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tranquilla. Escì a passi leggeri e quando fu nell’anticamera s’accostò alla vetrata del finestrone che dava appunto sopra la corte. Alzò uno sportello sporse il capo. Il pioviscolio ora era gelato e si fermava in un leggiero strato bianco sul lastricato della corte.

Quell’acqua diaccia che gli piombava sul capo gli faceva piacere.

La cantante era accompagnata. Un cavaliere elegante scese il primo, l’aiutò a discendere, poi le offri il braccio per salire le scale.

Entrarono insieme.

Un momento dopo la finestra dirimpetto fu illuminata. Riccardo ricconobbe il salottino dove Irma lo aveva ricevuto la mattina stessa. Vicino al caminetto c’era una tavola preparata con due posate.

L’anticamera dove si trovava Riccardo era buia, per cui nessuno poteva vederlo. Ma anche senza questo lui non si sarebbe mosso: rimaneva là come affascinato. Quella vista lo faceva soffrire, eppure voleva vedere.

Ma forse vide troppo piú che non avrebbe voluto. A un tratto si ritirò con impeto, chiuse lo sportello e si scosse di dosso il poi vischio ghiacciato. Tremava di freddo, e un po’ anche di rabbia. Rimase un po’