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mare. I cavalli si misero al passo, il cocchiere discese; e il signor Luigi, che finalmente aveva la sua pipa accesa, cominciò la conversazione con un colpo proditorio tirato a bruciapelo.

— Ma dimmi un po’ perchè non vuoi sposare il signor Arturo? domandò egli.

La fanciulla alzò la fronte e gli fissò in volto que’ suoi occhioni meravigliati che dicevano tante cose.

— Perchè? gli è assai semplice il mio perchè, caro zio; perchè non l’amo.

— Fisime! L’amore vien dopo: tu vuoi il mondo alla rovescia.

— Scusa, zio; questo non è sempre vero; anzi da quello che vedo, direi ch’è proprio il contrario: so di molti che s’amavano prima e non s’amano più dopo, ma....

— Il ma non c’entra, esclamò il signor Luigi interrompendola con vivacità.

— La prima parte della tua proposizione dimostra abbastanza che l’amore non è necessario, un cavolo. Giacché, se a ogni modo si finisce col non amarsi più un giorno o l’altro, tanto fa pigliarsi a dirittura senza dar retta a sogni, e fare il proprio interesse.

— O quello degli altri, mormorò Emilia a bassa