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Adesso egli desiderava Annetta, epperò amava Annetta.

Orribile!

— Finirò, finirò di soffrire — diceva qualche volta pensando al suicidio.

Tuttavia, una speranza insensata la tratteneva, come sospesa a un filo, sull’orlo della tomba.

Egli poteva cambiarsi, pentirsi.

Un avvenimento imprevisto poteva capovolgere tutto.

Quale avvenimento?

Non sapeva.

Sperava.

Ma di giorno in giorno, avvicinandosi il tempo stabilito alle nozze, il conflitto diveniva più assiduo e formidabile nel suo cuore straziato. La speranza moriva.

Ogni parola d’amore che Paolo rivolgeva alla fidanzata, in presenza della sua vittima, era una nuova ferita per questa infelice. Colpi reiterati di un pugnale avvelenato.

Così quella sera.

Voltando i fogli della musica di cui non intendeva il senso, ella pensava:

— Se irrompessi di là gridando la mia vergogna? Se li separassi, in nome del dovere che egli ha con me?!....

E provava un acre piacere a raffigurarsi la scena