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Se avesse osato dirle quanto l’amava, come l’amava, che parole di fuoco, che divoranti carezze sarebbero state le sue.
Con assidua vicenda la folle speranza si riaccendeva nel povero cuore: ella forse intendeva quel martirio, forse ne aveva pietà... forse...
Non osava completare l’ardita supposizione e la sua fantasia si smarriva in sogni vaghi, snervanti. Si metteva ad osservare con febbrile attenzione ogni atto, ogni cenno di lei, ogni fuggevole mutar del volto.
O scoramento infinito! O ineffabile angoscia!
Tenerezza, rispetto, pietà, ella tutto gli dava, ciò che la sua nobile anima poteva dargli; ma non di più. Non l’amore, non l’ardente passione, per cui egli vaneggiava.
Aveva forse ritrovata la calma: era entrata in porto e non voleva mai più arrischiarsi nel vortice periglioso.
Forse — più probabilmente — amava sempre, e soffriva. Ma chi amava? Chi?...
Il traditore da lui punito? Quel vile morto? No. Impossibile. Non sarebbe stata così affettuosa, così buona con lui; chi dunque? Andrea. Andrea.
Si erano intesi finalmente, in quei giorni a Milano, mentre egli vaneggiava, povero pazzo?
Che non avrebbe dato per discoprire l’arcana verità!