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nell’ingranaggio 133

prestano danari e prendono un interesse, sia pure piccolo, fossero ladri perchè si fanno restituire più di quello che hanno dato. E chi sa quante donne pensano ancora così! E fanno bene. La vera donna è un essere troppo ideale, troppo superiore, per intendere queste bassezze, che si chiamano affari. Il danaro sporca, ed è naturale che quelli che lo maneggiano si trovino qualche volta le mani macchiate. Ma io divago in questi discorsi, che mi trascinano. Volevo solamente persuadervi che se le apparenze stanno tutte contro di me, le apparenze ingannano; che merito ancora la stima della gente per bene, e che ho saputo fare grandi sacrifici all’amore della famiglia. Voi siete commossa, Gilda, voi mi credete? Sì, sì, cara, lo vedo e ve ne ringrazio!...

La signora Pianosi cinse dolcemente la vita sottile della istitutrice di sua figlia, e serrandosela al petto la baciò in viso, con quella effusione femminile, che maschera tanti tradimenti. Gilda le rese il bacio, trovò qualche parola gentile, poi tacque da capo. Non poteva parlare. Era stanca, nervosa, con la testa indolenzita. Troppo giovine per leggere chiaramente dentro di sè, ella non avrebbe potuto dire fino a qual punto le parole di Edvige le parevano false o vere; ma provava un senso di disgusto a cui avrebbe voluto sottrarsi.

Il suo cuore era buono e naturalmente portato al rispetto, alla fede. L’idea che tutto quel discorso fosse un tessuto di menzogne, la sgominava. Avrebbe voluto crederlo tutto vero, tanto più che la colpa di quella donna prendeva ai suoi occhi, ingenui e pieni di amore per Giovanni, un ca-