Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/119

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cui confronto la figura tozza di Paolo Venturi pareva quasi una caricatura.

..... Se Faustino Belli l’avesse amata, se lo avesse veduto ai suoi piedi come Antonietta aveva veduto il capitano, cosa avrebbe fatto lei?... Fremeva riconoscendo la propria debolezza. No, ella non avrebbe mai la forza di respingere quell’uomo; pure dubitando di lui e avendo il presentimento della propria rovina. Antonietta le pareva assai forte, quasi eroica. Sentire le parole d’amore, vedere la disperazione di un giovine come Isidoro, amarlo, e avere la forza di respingerlo, di trattarlo male?!...

„Oh! io non ne sarei capace! Io respingerei Paolo Venturi, poveretto, pur deplorando la mia crudeltà; non mai Faustino Belli.“

Questa confessione della propria debolezza le pareva il colmo della viltà, la negazione d’ogni virtù e d’ogni saggezza; ma era sincera. Cosa si può fare contro la verità?... Anche a negarla, rimane. Si può combatterla, ma ci è forza riconoscerla. Ricordava il male che l’Antonietta aveva detto del cavaliere il giorno dei funerali della „nonnina“; e rivedeva la scena del cimitero e le pareva di riudire le parole commoventi che Faustino aveva pronunciate. Tutta retorica secondo l’opinione di Antonietta, di Riccardo e del dottor Monti. Ma cosa ne sapevano loro? Possedevano forse la facoltà di leggere in quell’anima? Troppo grande era il male