Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/158

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liere volgendo a se stessa questa domanda: „Mi sono io ingannata? od è proprio vero che egli piangeva poco fa?“

Mezz’ora dopo si trovarono ancora vicini e isolati e ricominciarono a discorrere. Egli le disse:

— Beata lei che è tanto giovine e ingenua, e non conosce le battaglie di un’anima esulcerata.

— Crede che io non abbia sofferto nella mia vita?

— Non dico questo. Ma le burrasche prima dei ventanni sono come i temporali d’estate. Presto ritorna il sereno.

— Sì; ma qualche volta sono folgori che schiantano le piante: grandini che tutto distruggono.

Furono ancora separati da altre persone. Maria andò vicino a Luciano Monti che se ne stava tutto solo in un angolo.

— Cosa avete Luciano? Vi sentite male?

— Sì. Mi si spezza il capo. Questa confusione di voci mi stordisce.

— Perchè non ve ne andate?

Egli non rispose subito. La guardò di traverso, sorrise a fior di labbro e sospirò nel medesimo tempo.

— Non posso andarmene: starò qui in eterno.

— Volete comprometterla?

— Io?... Vi pare?...