Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/17

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— Coraggio, amico! Coraggio, son qui, sono con te!

Leonardo alzò vivamente il capo, afferrò la mano amica e se la strinse al cuore, balbettando parole commosse, piene di affetto e di gratitudine.

— O Faustino! Oh! come sei buono! Grazie. Ti ringrazio di essere venuto... La tua presenza è un sollievo!

— Figurati!... Io non potevo mancare; immaginavo il tuo stato... Sbrigai in furia gli affari più urgenti... e son qui. E ora, vuoi andare fino al cimitero?

— Certo. Non potrei lasciarla così.

— Bene. Ti accompagno.

Alla porta della chiesa, il cavaliere Faustino Belli ricambiò qualche saluto, qualche stretta di mano con quella grazia squisita che egli metteva in ogni suo atto. La signora Valmeroni gli si avvicinò per ringraziarlo; ma egli non lo permise, dicendo:

— Crede forse che io potessi restare lontano da loro in un momento come questo?

Il convoglio funebre si rimise in moto, allungandosi sul Corso, svoltando in via Senato.

Leonardo camminava diritto, senza appoggiarsi al figliuolo, rinfrancato, quasi sostenuto dalla presenza dell’amico.

Antonietta si era messa al fianco di Maria Clementi che durante la funzione era rimasta