Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/233

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sosa. Un mutamento era avvenuto in lei; non aveva più entusiasmo nè ardore per quel suo sogno. E ne soffriva orribilmente perchè le pareva di non riconoscersi più; le mancava quel punto di luce e di calore che è come il centro della vita, intorno al quale la nostra coscienza si raccoglie e sente la propria unità. La luce oscillava, il calore diminuiva tutti i giorni.

Da bambina ella era stata molto devota con l’ingenuità dell’anima ignara, innamorata del meraviglioso. Più tardi, studiando, leggendo, conversando con la sua prozia che era un’anima fervente, ma senza religione formale, un’anima sacrata all’idealità, divinatrice di mondi migliori, sciolta da ogni vincolo dogmatico, ella aveva riconosciuto che la religione della sua infanzia non rispondeva più alle sue nuove aspirazioni, come non poteva essere accettata dal suo intelletto.

Allora ella aveva rivolta tutta l’anima alla ricerca di una luce, di una guida che la sostenesse nella vita, come quella santa vecchia che si era fatta un culto del suo unico amore, trasportandolo poi nel figlio, nei nipoti, e nei pronipoti; così ella sognava di amare un uomo che sovrastasse alla folla per intelligenza e bontà, e amandola di pari amore la innalzasse fino a lui, iniziandola alla pura religione d’amore, alla vera religione umana. Faustino Belli le era