Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/247

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— Quanto ci fermeremo a Malgrate? — domandò Antonietta a suo padre.

— Un paio di mesi. S’intende, voi altre e i ragazzi; io e Riccardo andremo innanzi e indietro, perchè egli ha il suo impiego ed io devo sorvegliare questi lavori di riparazione.

— Io potrò, dunque, stare un po’ a Milano con voi due.

— Ci hai degli affari? — domandò Angelica sempre curiosa.

— Perchè no?... Ho delle commissioni.

La sera andarono a salutare Eugenia nella sua bella casa, in via Dante. La trovarono anch’essa a far le valigie. Andava a Venezia ai bagni di mare. Suo marito l’accompagnava per lasciarla in casa di una parente; mentre egli proseguiva il viaggio per Vienna e Berlino, chiamatovi dai suoi affari.

La camera, dove le visitatrici avevano trovata la sposa di Augusto Klein, era vasta, con tre finestre c messa con molto buon gusto; anche la roba che Eugenia riponeva nelle valigie, biancheria, abiti, oggetti diversi, era tutta elegante e ricca. Ella indossava un accappatoio di mussolina bianca ornato di trine e nastri, con lungo strascico. Aveva il collo nudo, le spalle semivelate, e le sue belle braccia uscivano superbamente dalle maniche alla greca. Parlava in fretta, sorrideva tempre c mostrava con grande compiacenza il lusso che l’attorniava. Con