Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/298

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con tutte le tue forze, penserai e parlerai ben diversamente. Consolati. Rifiuta il Belli tranquillamente e aspetta il tuo giorno: tu sarai felice, e a me non resterà che piangere sulla mia miseria.“

Senza guardarla, egli si levò in piedi e le disse addio.

— Come? Mi lasci qui sola... Dove vuoi andare così?... Io voglio accompagnarti.

— Perchè?... Non capisci che mi tormenti, che i tuoi discorsi mi straziano?

— Io pensavo che ti saresti tranquillato sentendo che rifiuterò la domanda di Faustino Belli. Non era la tua idea fissa che egli mi avrebbe tradita, o in qualunque modo resa infelice?

Riccardo non rispose subito. Rifletteva, sembrava scrutarsi. Quando parlò, cominciò dal confessare che al primo momento il sentire che ella non voleva unirsi a quell’uomo gli aveva dato una vera consolazione.

Prima per lei, perchè era sicuro che colui non poteva amarla come ella meritava di essere amata; poi per se stesso: fino a che ella non si legava con un altro, egli poteva sperare. Ma ella aveva distrutto quella momentanea compiacenza con le sue parole fredde e le idee strane ispirate a una logica rigida e paradossale. Quelle parole e quelle idee l’avevano ripiombato nella disperazione. Perciò soffriva troppo a