Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/301

Da Wikisource.

— 303 —

sopporterò il mio destino, senza pesare su gli altri. Non farò niente per essere felice, come si usa comunemente, perchè il sogno della felicità trascina alla menzogna. Mi hai capita adesso?

Riccardo accennò di sì col capo e sospirò profondamente.

— Darei metà della mia vita per non averti baciata quella sera.

I suoi occhi s’inumidirono; una lagrima cocente cadde sulla mano di Maria, che egli aveva afferrata.

— Mi perdonerai, Maria?

— Ti ho già perdonato. Credo che tu fossi sincero e leale in quel momento: credo che tu mi amassi... Mi ami ancora?

— Se ti amo!... Tu puoi dubitarne, tu!... Io sono pronto a sposarti subito... se questa è una prova.

— Ti credo, Riccardo, ti credo. E te ne sono grata.

Sorrise dolcemente.

— Andiamo ancora un poco su per questi monti: sono tanto belli. Vorrei fare un’escursione, un po’ di vero alpinismo. Mi piacerebbe salire lassù sul Resegone, così nero e misterioso.

— Io vorrei rapirti e portarti in cima a un monte e là vivere ignorato da tutti.

Ella rise.

— Almeno una volta la settimana bisognerebbe scendere al piano per far le provviste.

— Birichina, tu mi canzoni.