Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/372

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fanciulla non s’assise nella poltroncina di fronte a lui.

Quando furono seduti egli disse:

— Finalmente, dopo tanto tempo che l’imploro, ho la fortuna di potermi intrattenere un momento con lei da solo a sola. Prima di tutto, dunque, permetta che la ringrazi del favore che mi concede.

— Ella è troppo gentile. Io peraltro credevo che non avesse nulla di pressante a dirmi; o meglio, che tutto fosse stato detto. La sua insistenza mi sembrava per ciò tanto più strana...

— Ella credeva che tutto fosse stato detto?... Ma se non mi è mai riuscito di trovarla sola un momento, dopo quel giorno, ormai tanto lontano, che ebbi la fortuna di accompagnarla a casa! Quel giorno, ella fu buona con me; quel giorno ella fece nascere in me la più dolce speranza...

— Se non ha altro a dirmi, è chiaro che avevo ragione io: tutto è già stato detto fra noi. Posso soltanto ripeterle che io non rammento di averle fatta alcuna promessa, nò quel giorno nè mai. Il suo argomento non ha quindi alcuna consistenza.

Faustino non trovò subito la forza di replicare. Pareva costernato; e i grandi occhi inquieti e pieni di rancore non cessavano di contemplare il viso bianco di Maria, deliziosamente contornato dalla massa dei capelli bruni a riflessi dorati.