Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/414

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baci, sedurla o soggiogarla. Non ne ebbe il tempo. Non si era ancora mosso che già Maria traversava l’anticamera, dove la Bergamini le si fece incontro premurosa e un po’ spaventata.

— Come? Se ne va?... Cosa è successo?

— Nulla. È tardi.

E senz’altro, infilò l’uscita e scese le scale.


Un mese dopo, essendo compito l’anno dalla morte di suo padre, Maria scrisse a suo fratello Giorgio Cantelli: ella aveva mantenuto la promessa: Faustino Belli era fuori di combattimento; il patrimonio del banchiere Cantelli rimaneva intatto agli eredi legittimi. Ora ella aspettava che essi mantenessero la promessa fatta a lei, mandandole le cinquantamila lire.

— Vedremo — diceva Antonietta. — Vedremo che gente sono questi signori Cantelli. Se almeno fossero gente onesta!

La risposta si fece attendere. Arrivò finalmente dopo quindici giorni, fallace e quasi irrisoria.

Invece di Giorgio scriveva Ercole, l’altro fratello. Si dichiarava grato e riconoscente: Maria peraltro doveva convenire che quel sacrificio non lo aveva fatto per loro. Se Faustino le fosse piaciuto, se non avesse amato un altro... (le belle ragazze hanno buon cuore e preferiscono sempre il giovane povero all’uomo maturo anche