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IX.

Il tristo proposito di Bianca trovò un coefficente nel mutamento della stagione. Subito quella notte una pioggia torrenziale innondò le viottole del bosco e strappò una quantità di foglie producendo molte radure nel bel manto autunnale delle nobili piante. Vennero poi le nebbie fredde: le fitte caligini fattrici di naufragi: il gelido aquilone, la furiosa bora flagello di quelle coste. Addio passeggiate deliziose, addio soste indimenticabili nella foresta. Anche il giardino era troppo umido e freddo. Stavano tutti in casa intorno al camino. Bianca si diceva indisposta e rimaneva chiusa nella sua camera.

Navi italiane e navi straniere venivano immobilizzate dalle nebbie o dai venti contrari: il porto s’empiva di barche. I signori villeggianti dovettero lasciare le piacevoli case di campagna e ricondursi nella loro misera città. E qui da capo, la solita vita: sbarchi di ufficiali, sempre più frequenti, e quindi pranzi, cene e feste da ballo; e sempre nuove spese. Anche volendo gli