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ufficiali non potevano dare qualche cena o qualche festa da ballo a spese proprie: la famosa città non aveva alberghi, nè locande adatte — allora non si parlava di «ristoranti». I signori possidenti facevano fronte a tutto e, naturalmente, non accettavano compensi. L’ospitalità era ancora — almeno in quei paesi — un obbligo d’onore. Alcuni, come il capitano Gori, Ettore Almerighi e Virgilio de’ Grassi, essendo ancora abbastanza ricchi, non badavano neppure a quelle bazzecole; e l’Alessandri, il Castellani e il Rigo, che avevano già il piede sullo sdrucciolo, vi badavano anche meno: discendevano spensieratamente come la loro Repubblica, come tanta parte dell’aristocrazia veneta scomparsa nel vortice. Vi erano per altro ufficiali francesi ai quali dispiaceva di non compensare in qualche modo il disagio di cui erano causa; e non credevano sufficiente il dare una mancia ai servi.

In novembre, gli ufficiali di una nave che «la bora» aveva trattenuta parecchi giorni nel porto, e che avevano pranzato e cenato ripetutamente alla podesteria e in casa Castellani, andarono a congedarsi recando grossi gomitoli di filo d’oro che presentarono alle signore «per ricamare».

— È di moda a Parigi — dicevan gli ufficiali. — Tutte le signore ricamano o fanno ri-