136porgete alcun rimedio a la percossa,
che d’aspra angoscia versa un largo fonte,
e mi spolpa, e mi snerva, e mi disossa; 139scemate il grave innaccessibil monte
di quei, ch’amando voi, sostengo affanni,
con voglie in tutti i casi a soffrir pronte; 142movetevi a pietá de’ miei verdi anni,
onde, da la virtú vostra sospinta,
cado d’Amor nei volontari inganni. 145Ed a morir per voi sono anco accinta,
se d’utile e d’onor esser vi puote
che per voi resti la mia vita estinta. 148Grato suono a l’orecchie mie percuote,
che non sosterrá un uom si valoroso,
d’effetto far le mie speranze vuote. 151Da l’aspetto si dolce ed amoroso
non debbo sospettar di morte o pena,
né d’altro incontro a me grave e noioso. 154Ma chi, fuor d’uso, a ben sperar mi mena?
Lassa, e pur so che sorge ’l nembo e nasce
sovente in mezzo a l’aria piú serena; 157e cosí sotto un bel volto si pasce
spesso un cor empio degli altrui martiri,
qual che tra fior vedersi angue non lasce. 160Ma, se ’n voi non han forza i miei sospiri,
a la nobiltá vostra, a la virtute
volgete con giudicio i lenti giri. 163Non debbo disperar di mia salute,
s’ai costumi gentil vostri ho rispetto,
ed a le mie profonde aspre ferute; 166ma poi di quel, che m’incontra, l’effetto
di tormento maggior, di maggior doglia
mi dá certezza ognor, non pur sospetto: 169benché d’umil trionfo indegna spoglia
fia la mia vita, se, per troppo amarvi,
dal vostro orgoglio avien che mi si toglia.