Pagina:Statuta Castri Mazzani 1542.djvu/12

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Delli Garzoni, et fantesche che si pigliano a tempo |||
 cap. xxxii.
Di quelli che promettono servire a opera, e poi mancano |||
 cap. xxxiii.
Delle sementi delli Garzoni |||
 cap. xxxiiii.
Che nessuno pigli artifitij d’altri da caccia |||
 cap. xxxv.
Che Macelli, et Taverne non si aprino inanzi La prima messa il|||
dì delle feste ne si venda carne ne vino a tal hora cio e inanzi mes-|||
sa si non alli infermi |||
 cap. xxxvi.
Che li huomini di Mazzano siano tenuti a far Le guardie |||
 cap. xxxvii.
Di chi ritrovasse piate, overo Cupelli d’Api nelle possessioni d’altri |||
 cap. xxxviii.
Che sia lecito ad ogn huomo di Mazz(an)o far Nassoni, o Nassari in|||
Treia, et che modo si deve osservare in farli per no(n) dare|||
impedimento ad altri, et della pena di chi tollesse pesce|||
di Nasse, o Toccarelli de altri |||
 cap. xxxix.
Delle feste, Le quali si debbono guardare |||
 cap. xxxx.
Che ogni persona sia obligata macinare alla Mola di Mazz(an)o |||
 cap. xxxxi.
Delli Salarij della Banca, et scritture del Vic(ari)o di Mazz(an)o |||
 cap. xxxxii.
Che ogni uno possa tenere pesi et misure purche siano giusti |||
 cap. xxxxiii.
Che chi incettoma grascia in grosso paghi la pena per se, et per|||
il forastiero che la vende |||
 cap. xxxxiiii.
Delli Garzoni che si partano inanzi tempo dalli loro padroni|||
senza Licentia, et della pena da pagarsi |||
 cap. xxxxv.
Del modo che si ha da tenere in dar Le seme[n]ti alli Garzoni |||
 cap. xxxxvi.
Di che tempo Li Macellari senza pena inanzi La messa pos-|||
sono vender La carne, et aprire li Macelli |||
 cap. xxxxvii.
Quanto et in che Luogo si debbia vendere il pesce di Treia |||
 cap. xxxxviii.


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