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e un oceano fra lei e l’uomo che minacciava di turbare la sua pace e di rapirle il maggiore di tutti i beni, la libertà, starsene lontana sei mesi, un anno, quanto fosse necessario per uccidere il fantasma nel suo spirito e tornare soltanto quando fosse stata sicura della riacquistato vittoria.

Chi le impediva di partire? Ella era libera, sola, ricca, senza legami di famiglia, senza vincoli d’interesse, senza malinconie sentimentali, padrona assoluta d’andarsene dove più le piacesse, di star lontana fin che le fosse convenuto.

Sarebbe partita.

Ma non appena ebbe formulato questo progetto, una profonda malinconia l’assalse. Si vide lontana, sola, triste, annoiata. Prima di cominciarlo sentì la noia del pellegrinaggio che si accingeva a compiere pesarle sul cuore, sul cervello, sulla vita. L’idea di vedere nuovi visi indifferenti tutti, città e città dove nulla e nessuno le interessava, cose morte e senz’anima, cose animate e estranee, le parve intollerabile. Anche la vita d’albergo che per anni e anni era stata la sua vita, le parve odiosa e pesante a un tratto.

Per spiegarsi quella ripugnanza impreveduta, rievocò il suo appartamentino di Genova dove ormai si era abituata a vivere. Vide la casa che era davvero il suo nido, la sua camera da letto, il suo studiolo, il suo gabinetto di toeletta, la sua stanza da pranzo, i mobili novi, i libri, i ninnoli.

— Come tutto questo mi mancherà! — pensò.

E pensò gli amici per spiegarsi il senso di malinconia mie le ispirava l’idea di trovarsi sola la sera, rientrando dalle passeggiate, di dover riempire le giornate, di doversi cercare un interlocutore ogni volta che il silenzio le sarebbe pesato troppo.

Disse forte passandosi le mani alla fronte e stringendola come in una morsa:

STENO. La veste d'amianto. 15