Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/119

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dracula 119


— I vampiri, per la loro maledizione, sono immortali; e le loro vittime si moltiplicano d’età in età, poichè tutti coloro ch’essi hanno fatto morire diventano vampiri a loro volta. Così la cerchia s’allarga smisuratamente, come quei circoli che si formano alla superficie dell’acqua se vi si getta una pietra... Uno di noi deve avere il coraggio di sopprimere in lei l’elemento vitale che ancora le resta: poichè dopo ella dormirà del sonno del giusto e la coscienza di noi tutti ne sarà alleggerita.

I nostri sguardi si fissarono su Arturo ch’era il più indicato.

— Che bisogna fare? — diss’egli con voce tremante.

Van Helsing gli pose una mano sulla spalla.

— Coraggio! sto per chiedervi una cosa orrenda. Ma mi ringrazierete. Prendete questo piuolo, appoggiatelo sul petto, e, con l’aiuto d’un martello, immergetelo fino al cuore. Nel frattempo, noi pregheremo per il riposo dell’anima.

Arturo obbedì eroicamente.

La Cosa si contorse al primo urto. Il viso si contrasse, una schiuma rossa venne alle labbra e i denti scricchiolarono. Arturo, come un Dio vendicatore, batteva, batteva, spietatamente, e il sangue scaturiva. Ma, di botto, le convulsioni cessarono, il viso si spianò in un’espressione di beatitudine ed il maglio sfuggì dalle mani d’Arturo che svenne. Ci affrettammo a rianimarlo. Finalmente, riaperse gli occhi e posò lo sguardo sulla bara. Il suo viso si rischiarò. La morta aveva ripreso l’espressione serena e di pura dolcezza che noi amavamo tanto in Lucy. Ella non viveva