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agli institutori 5

quelle manifestazioni primarie della vulcanicità, per cui l’Italia è la più interessante fra le regioni fisiche d’Europa. Le note scientifiche e filologiche che soccorrono abbondantemente al testo, furono suggerite dall’idea che questo libro possa opportunamente addottarsi come libro di lettura nelle scuole primarie e magistrali.

In questa esposizione di fenomeni e di leggi, mentre l’autore ha studiato di dare al suo libro una forma, quanto gli fosse possibile, facile ed attraente, non ha creduto che, per raggiungere lo scopo, gli fosse permesso di scostarsi nemmeno d’una linea dalla verità. Egli ha inteso di scrivere un libro strettamente scientifico, cioè rigorosamente vero. Il verisimile n’è affatto escluso. Se c’è invenzione, essa è tutta di forma; consiste cioè nell’avergli dato la forma antichissima di un dialogo, dividendolo in tante serate, fingendo che abbia luogo in un dato crocchio, con incidenti di conversazione opportuni a intavolarlo e a svolgerlo nel modo possibilmente meno nojoso, più chiaro e più confacente in tutto e per tutto (sempre nell’intenzione dell’autore) allo scopo istruttivo ed educativo del libro. Anzi non si può dire che questo tenga all’invenzione nemmeno per la forma; poichè l’autore non fa qui che esporre, conversando, ciò che conversando ha narrato tante volte e suol narrare a fanciulli e non fanciulli, in famiglia e fuori. Sicchè non andrà guari che il lettore in tenda che non si tratta d’uno zio imaginario, e di gite imaginarie, ma d’uno zio in carne ed ossa, che ha fatto davvero quelle gite da cui trae l’argomento delle sue narrazioni, le quali sono d’una fedeltà al vero decisamente scrupolosa, specialmente quando si tratta di fatti che possono interessare la scienza ed impegnare l’adesione dei lettori. L’autore crede d’insistere su questo punto della fedeltà al vero, perchè ne ha fatto il dogma fondamentale della sua professione di scrittore.

Narrando ciò che egli stesso ha veduto e sentito, l’autore ha la coscienza di avere assicurato al suo libro ciò che esige specialmente la moderna letteratura, cioè la verità. Riducendo ad una serie di conversazioni famigliari ciò di cui è solito intrattenersi coi parenti, cogli amici, colle persone più famigliari, potrebbe anche lusingarsi che al libro non dovesse mancare il pregio della naturalezza. Quanto al dilettare e istruire, all’unire cioè l’utile al dolce, che deve massimamente cercarsi dalla letteratura popolare, pensò che sarebbe meglio riuscito tenendosi nel campo de’ suoi studî speciali. Se poi voleva che