Quel superbo Mezenzio, re o lucumone piuttosto di Cere, cotanto infesto ai Latini nella guerra contro i Rutuli, non è soltanto un personaggio epico, ma pur anche istorico. Fidene, posta negli angusti termini del vecchio Lazio, era per certo colonia degli Etruschi-Vejenti1. Altri non dubbj segnali si rinvengono quivi medesimo o di dominio, o di attenenza, o di parentela coll’Etruria2. E, come dice Livio, l’Albula, o sia il Tevere, divenne all’ultimo confine fermo dai Toschi e Latini insieme d’accordo. Limite che tuttavia sussisteva di diritto all’epoca del decemvirato. I legami che l’amicizia o l’unione compose fra i due popoli, l’uno all’altro sì propinquo, si ristrinsero vie maggiormente con l’adozione di riti e usi comuni: ond’è che da prima s’introdussero per istituzione legittima nelle città del Lazio gli ordini religiosi e civili dell’Etruria medesima3. Per traverso le terre latine si dirizzarono da poi gli Etruschi guerreggianti a soggettare il paese tra i monti e il mare occupato dai Volsci, come narrava Catone4: ed il nome stesso di Tirrenia, il qual s’estendeva per tutta la riviera oltre il capo di Circello,
- ↑ Fidenates quoque Etrusci fuerunt. Liv. i. 15.; Plutarch. Romul.
- ↑ Vedi appresso c. x.
- ↑ Oppida condebant in Latio etrusco ritu multa. Varro, l. l., iv. 23.
- ↑ Gente Volscorum, quæ etiam ipsa Etruscorum potestate regebatur. Cato ap. Serv. xi. 567. 581. Così pure Virgilio, seguendo l’istoria, alle città volsche dà il nome di etrusche o tirreniche.