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248 CAPO XXV.

bre, quasi come nelle pitture de’ vasi. Più comunemente questa sorte d’incisione si trova adoperata sopra le patere sacre, le ciste, ed altri arnesi del culto: lavori tutti niente più antichi del sesto secolo di Roma; però tanto più notabili, in quanto che danno iscritti i titoli etruschi di molte deità nazionali, già identificatesi per correlazione di simboli con quelle dell’Olimpo1. La notabile conformità, o medesimezza piuttosto del lavoro nell’etrusche patere, non lascia punto dubitare, ch’elle non sieno d’età assai vicini l’una dall’altra: come arredi spettanti all’esequie ben s’addicono loro quei miti religiosi ed eroici: nella più parte appare visibilmente alcun simbolo di Bacco: e le ciste medesime delle orgie, entro cui si trovano frequentemente poste le patere, son pruova certissima, che cotesti arredi si riferivano alle sacre teletee, o più generalmente ai misteri e riti dionisiaci. Laonde non crediamo mal giudicare appropriando tali lavori all’epoca, in cui s’era maggiormente dilatato in Etruria, e nell’Italia tutta, il gran fanatismo per Bacco: periodo che può ordirsi, come dicemmo altrove, da’ principj del sesto secolo, o poco avanti2.

D’assai maggiore importanza per l’istoria della religione, de’ costumi e dell’arte, sono i vasi di terra figurati e dipinti, che in variatissime forme, e di quan-

  1. Vedi sopra p. 112. 160.
  2. Vedi sopra p. 163: ed i monumenti tav. xxxvi. 3., xlvii. 1.