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CAPO XXI. 91

lorosissimi popoli non ad altro prezzo si meritassero i chiari elogi, che han perpetuato la fama de’ loro laudati costumi. Altre genti sabelle per l’integrità della vita, e per drittura nella giustizia, s’acquistarono le stesse lodi. Laddove appresso gli Etruschi, degenerati per vita scorretta, sarebbe da commendarsi quel provvedimento per cui il comune (se male non interpetriamo il dire d’un antico per verità maligno) toglieva il carico d’allevare i figliuoli di prole incerta1: della qual cura pubblica poteva esser ragione che costoro, fattisi adulti, solean spesso turbare la pace nelle repubbliche aristocratiche: nè potendo star quieti in casa, come i Partenj a Sparta, necessitava mandarli altrove.

Per tutto questo si comprende che i nostri savi sentivano bene, come la miglior legislazione sia quella dove le leggi sono più conformi a’ costumi del popolo, e per conseguenza più durevoli. Nè diversamente un antico oracolo avvisava doversi colle leggi primieramente cercare, che ben si comandi da una parte, e ben s’ubbidisca dall’altra. La dritta ragione concorreva per ciò ad inculcare in ogni classe l’osservanza degli ordini stabiliti, su cui riposava il gran disegno della pubblica quiete, e della conservazione del comune. Niuna persona inutile poteva aver parte nella cittadinanza. L’istituzione cauta dei collegi delle

  1. Τρέφειν δὲ τoὺς Τυῤῥηνοὺς πάντα τὰ γινόμενα παιδὶα οὐκ εἰδότας ὅτου πατρός ἐστιν ἕκαστον. Theopomp. l. 43. hist. ap. Athen. xii. 3. p. 517.