Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/129

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"7 TAV. LXXV.

V;«.so grande intero a due rnaiiiclii; figura i ero e porporine in cum|io giallo. — iN-esso Sua Eni. il C; )rdinule Fescli in Borna: se"nalo nel cnlaloso del Pr. di Canino, mini, i 5 f o.

Pruno qiiadiG a.

Tre personaggi riccamente vestili di lunga tunica e di pallio fiorito, con benda in capo, gravi di porlamento e d’ anni, muovono un giovane eroe a gloriosa impresa. Uno di essi per simbolo del premio eterno destinatogli dai fati, gli porgo innanzi un balsamario a palla (’vedi tav. lxxxii. 4 ). L’ eroe armato decimo, di corazza, di gamb;ili, di spada e scudo, che ha per divisa un serpente fattovi a tulio rdievo, s’ incanin»ina con alto e passi di spedito guerriere alla pugna. Le due figure virili, che han breve manto, compagni di guerra o araldi suoi, tendono dietro con pari impeto e franchezza al guerriero.

Secondo quadro b. nel rovescio del vaso: tav. f.xxvr.

Ritorna vittorioso l’ eroe coperto della medesima armatura: deposto lo scudo egli tiene in caiT,))io impugnato il giavellotto, che portò il colpo fatale. Viene accollo dagli stessi Ire personaggi, l’imo dei quali presmta in guiderdone la corona, emblema della gloria acquistatasi col valore. 1 due seguaci del guerriere si ripresentano anch’ essi in isccna.

r due minori quadri sopra il collo del vaso, ciascuno con tre ligure, sono episodici. Nello spazio