Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/140

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ia8 aveva per V innnnzi. Ministro e interpetre degli dei, come lo chiama Orazio ^^^ si vede (juivi nella sua qn.ilila di Poiilefire paralo delParamanlo sacerdotale ^. Cofiie insfgn^tore dei misteri di Bacco, e massimamente della dottrina dell" Eiebo ai Greci, la sua pre« senza in questi vasi di rilo funereo è un simbolo convcnieiitissimo della istituzione di quei sacri arcani, che avenno per issopo e-piare i peccati, purificare l colpevoli, e placare insieme gli dei sdegnati. Le sfingi finalmente. . situate su! capitello delle due colonne doriche, simboleggiano bene la recondita sapienza dei comutjicali misteri.

3. j. Va5o grande a due nvinichi bene ornato, sotto il cui piede sono gruflìle le due lettere segnale. — S, ICm. Fesch.

jNel quadro primo Mercurio, Apollo musico col cavriuolo appresso, e Diana Artemide, \i sono ottimamente simboleggiati con i suoi propri simboli. In mezzo di loro due grandi uccelli a lesta umana virile e femmi ii!e le cui ali hanno la forma embleraalica di due smisurati occhioni.

Questo strano si.nholo s’ osserva frequentissimo nei vasi di Vulci: più volte lo vidi anche in frammenti di vasi chiusini. La frequenza n’addita per certo r importanza. Si fatto emblema, o geroglifico che

88 Sacer l’nterpresque deorum. De ar. poet, 891.

Hi) E senza dubbio cosa accident.nle, ma tuttavia notabile, che i preti delia Chiesa orientale adLiperiuo per proprio filo paraiiicnli quadriti di quella foggia.