Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/141

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fila, &410I esser èempr-o compnglo di lUw granrlìssimi occhi? ìoii ^ià umani, ma incHtruosi n spjivr^nlosi, con pupilla npiissiraa sopra un bulbo corrispoiulonle biaiiro, tiilvolta come turchiniccio, e con lunghi sopraccigli Ifv.tti. Alle volle le due sopracciglia e gli occhioni si veggono bone affigurali insieme col Irallo del naso (tav. xcix. a.), sicché non può dubilar^i che il lutto non sia emblema di un volto spaventevole 9°. Per mio avviso con cotesto gero«^lifico figurativo si rappresentava compendiosamente Bacco infernale: o sia quella stessa immagine gorgonica mostruosa e tenibile che si vede figurala le mille volle s\ nei vasi dipinti, sì nelle figuline di Chiusi, sì nei bronzi etruschi, e sempre con allusione evidente al dio signore e giudice delle anime. Vedi tav. cu.

Or cotesto emblema convenzionale degli occhioni ponevasi dagli artisti, come si vede, nel vasellame quale acconcia ornativa, ovunque lo spazio il permettesse; soprattutto nelle pitture d’ogni maniera di vasi che hanno tema allusivo a Bacco ed ai misteri, siccome ciascuno può riconoscore da se per queste mie tavole^ che ne mostrano saggi a sufficienza. Nella pittura per tanto del vaso qui sotto gli occhi, le due principali figup’’ di doppia natura, portanti corona entrambi, sono il dio e la dea: Bacco e Lìbera: oltimamenle gli sono compagni Mercurio, Apollo e Diana. Il primo gik benemerito di Bacco infaale, e

90 Vedasi per confronto f^ases Elrusquei du Pb. de Cawiwo pi. X.