Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/154

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uccido il leone nemeo con rassislcnzn di Minerva A0E.\ArA. Dall’altro lato, lolao EIOAEOr sedente tiene levata in alto la clava del domalor dei mostri, il cui turcasso e il t^ladio stanno ivi preparati al bisogno.

La caccia d’ un cervo inseguito da due caccialori a cavallo, e da due pedoni^ fa il soggetto accessorio del vago quadretto inferiore.

Non occorre dire clie lutto è greco nella pittura di questo bellissimo vaso: il cui stile mostra un’ arte giìi molto avanzata e migliorata, bencbè ritenga ancora non poco del disegno aspro e secco della prinja maniera. Ercole nelle pitture più antiche dei vasi, come nei bronzi etruschi, si vede sempre armato di gladio: qui comparisce anco la clava, la quale ^ com’ è noto, gli fu data primieramente ne’ suoi versi da Stesicoro j che mori intorno al 200 di Roma. E questo ancora ^ se male non m’ appongo, esser può norma a ben giudicare questo vaso fattura del terzo o quarto secolo.

TAV. XC.

I. Coppa a due anse, figure gialle sopra fondo nero. — S. Em. Fesch. Catalogo del Pr. di Canino nura. 572.

Nell’esterno da un lato Ercole, già ferito nel petto, per insidia, dinanzi al sanguinoso altare, uccide con la sua clava Busiride, eh’ ei tiene stretto per la gola, e col capo intriso di sangue. Quattro assistenti